Cosenza 19 ottobre 2021
Imam Ahmed Berraou
Dieci anni fa, quando l'ex sindaco di Cosenza, l'architetto Mario Occhiuto, vinse le elezioni amministrative e intraprese il governo della città per il suo primo mandato, la comunità islamica di Cosenza, tramite l'associazione Daawa, inviò una lettera, per congratularsi col primo cittadino e augurargli ogni successo nella sua nuova missione, con l'auspicio che le comunità di immigrati, tra cui quella islamica, ricevessero attenzione e spazio nei progetti politici della giunta comunale. L'Imam Ahmed Berraou inviò diverse richieste d'incontro, al fine di creare piattaforme di analisi e dialogo col sindaco, soprattutto su questioni fondamentali per i musulmani della città, come ottenere un luogo in cui far sorgere una moschea e rispondere all'emergenza abitativa per immigrati e senza fissa dimora, spesso costretti a dormire all'aperto e sotto i porticati. I tentativi di dialogo con l'architetto Occhiuto non produssero alcun esito positivo e non trovarono mai riscontro. A ben poca distanza di tempo da questi tentativi l, Cosenza venne scossa da una grave notizia di cronaca: tre migranti maghrebini, tra cui una donna, rimasero bruciati vivi, a causa di un allaccio elettrico abusivo in una residenza abbandonata, in via XXIV maggio. Il dramma fu vissuto con indignazione e frustrazione da parte della cittadinanza. Il sindaco Mario Occhiuto dichiarò che si sarebbe impegnato per trovare una soluzione al problema abitativo ma, per l'ennesima volta, non diede seguito ai suoi propositi e proclami, tradendo le attese delle comunità di migranti che, durante questa fase emergenziale, trovarono rifugio e accoglienza grazie al movimento Prendocasa e alla Cgil di Cosenza, sotto la guida del responsabile del dipartimento di Politiche per l'Immigrazione, il sig. Ahmed Berraou. Si procedette all'occupazione di alloggi e altre strutture non più utilizzate e rimaste per anni oggetto di abbandono e incuria. Nel centro sociale Rialzo, presso l'ex officina della Ferrovie della Calabria, situata su viale Mancini, si ristrutturò una sede destinata a divenire il Centro Islamico. Si passò poi all'occupazione dell'ex istituto delle canossiane e di una ex scuola situata a Portapiana, nel centro storico. Vennero occupati gli uffici Aterp, in via Savoia, e l'hotel Centrale, su viale parco. Tutte queste soluzioni al problema abitativo dovevano essere temporanee e di carattere eccezionale, finalizzate a tamponare l'emergenza. In attesa di trovare soluzioni concrete, gli immigrati e le famiglie musulmane divennero i veri protagonisti in manifestazioni e proteste, alle quali si alternarono sit-in in tende poste davanti a palazzo dei Bruzi e alla prefettura. Non mancarono i problemi con le forze dell'ordine, i controlli di sicurezza e le denunce per disturbo e disordine pubblico. Si diede vita a tanti incontri di dialogo, con funzionari del Comune e della Prefettura, per trovare soluzioni reali, sostenibili e lungimiranti. Purtroppo, a distanza di dieci anni, il problema non è stato risolto ma si è aggiunta un'aggravante, inerente la sepoltura dei morti. L'intensificarsi della crisi epidemica da Covid-19 ha acuito un problema già presente: la difficoltà a trovare posti per la sepoltura. Molti defunti hanno trovato sepoltura solo a seguito del trasferimento delle salme nei paesi limitrofi. Sulla base delle indicazioni fornite dalla Presidenza della Repubblica Italiana a tutti sindaci per aprire spazi adatti alla sepoltura di defunti musulmani, secondo gli insegnamenti e il rito islamico, la comunità musulmana ha inviato una sollecitazione a rivedere il problema, sollecitazione inviata dall'Imam e Ministro del culto Ahmed Berraou, presidente dell'Associazione Daawa e rappresentante degli Ucoii (Unione delle Comunità Islamiche d'Italia in Calabria). L'invio di una lettera stilata dall'Imam Berraou, inerente tale questione, è testimoniato tramite posta elettronica certificata. La lettera è stata inoltre pubblicata dalla stampa locale come missiva indirizzata ai sindaci di Cosenza e Rende, proprio per il cimitero. Il sindaco di Cosenza non ha osato rispondere alla richiesta, come al solito, mentre il sindaco di Rende ha risposto e ha incluso nel nuovo progetto di area cimiteriale uno spazio per sepolture con rito islamico, progetto recentemente noto per essere ostacolato dall'opposizione in consiglio comunale.
Alla luce di tutti questi eventi e sviluppi relativi ai diritti di culto, ai diritti inerenti casa, commercio ambulante e ad altri problemi delle comunità migranti e musulmana, è chiaro che i funzionari politici e i consiglieri della città di Cosenza non hanno avuto alcuna visione, programma, o interesse verso la gravosa situazione degli immigrati musulmani, che non sono stati finora considerati come cittadini attivi, aventi gli stessi diritti e doveri degli altri, quanto piuttosto oggetto di sfruttamento, speculazione, a volte anche a fini elettorali, per ottenere voti dai pochi stranieri che hanno il diritto di votare.
Ora che la campagna elettorale è terminata e il Sig. Franz Caruso è stato eletto nuovo sindaco per un quinquennio, la comunità musulmana, rappresentata dall'Associazione Dawa.Odv, considerata una delle associazioni attive nella società civile, riconosciuta a livello regionale e nazionale in campo religioso, nel dialogo interreligioso e nei successivi incontri con Sua Eccellenza il vescovo di Cosenza e l'intera istituzione ecclesiastica, tende la mano e confida in una piena collaborazione e in un serio contributo al bene pubblico, tenuto conto della tradizione politica di stampo socialista da cui discende il nuovo sindaco e considerata la concreta opportunità ad aprire un tavolo di trattativa e una piattaforma in merito alla soluzione dei problemi abitativi e del diritto al culto, per la comunità immigrata, e musulmana in particolare, affinché sia parte attiva nella società e non rimanga emarginata come di consueto da vent'anni a questa parte, dal periodo in cui la città , finita la fase dell'amministrazione Mancini, non vide piu attenzioni né budget rivolti alle categorie deboli e agli immigrati nei programmi del consiglio comunale.
Si ricorda che la suddetta associazione Islamica "Daawa" ha precedentemente lavorato alla costituzione del progetto Patto di Collaborazione per il Bene Comune, al fine di valorizzare e ristrutturare il luogo da essa indicato come spazio adatto a comprendere una sede polifunzionale per la comunità, e che è stato dimenticato in sede amministrativa quando si parlò di welfare, progetto che dalla primavera di quest'anno è ancora in attesa di una risposta.
Noi della comunità di immigrati musulmani della città di Cosenza, desideriamo dal profondo del nostro cuore che il Sindaco Caruso sia fortunato e lungimirante nel portare avanti i suoi nuovi compiti amministrativi.