Riscatto negato in Calabria.  Di "Ahmed Berraou"

Ho sempre pensato ed alcune volte ho detto, che in parte  la colpa di quello che sta succedendo politicamente qui in Calabria è di ogni cittadino calabrese. Questa mia affermazione parte da un presupposto molto semplice ed è il seguente: é  un diritto-dovere di ogni cittadino, ogni qualvolta ci si reca alle urne per votare, eleggere i propri rappresentanti politici, comunali, regionali e statali. Seguendo questo ragionamento  mi pare di poter affermare che la responsabilità, quando le cose non vanno come dovrebbero andare, non è solo di questo o di quell'altro amministratore  incompetente o incapace. La responsabilità é anche degli elettori che, evidentemente, non riescono ad eleggere candidati in grado di occuparsi del bene comune. Ma ricordo benissimo, che non è stato sempre così, alcuni servizi importanti ai cittadini erano garantiti. Quando sono arrivato in Calabria, venticinque anni fa, gli uffici di collocamento, ad esempio, erano ben organizzati nella maggior parte dei comuni, e con un semplice librettino di lavoro riuscivano a sistemare la situazione occupazionale di coloro che ad essi si rivolgevano. Da qualche anno gli uffici di collocamento sono stati sostituiti dai centri per l'impiego ma anziché semplificare le procedure per trovare un lavoro, sembra che le cose si siano complicate. Gli utenti, infatti, non sempre vengono ascoltati, prendere un appuntamento per parlare con un operatore non è semplice, vengono affissi annunci nelle varie bacheche che non sempre servono e spesso non sono neppure utili. Ricordo, inoltre,  che quando sono arrivato in questa meravigliosa terra, gli ospedali e gli uffici sanitari di Asl e Asp, nonché ambulatori e consultori sparsi in tanti paesi nel territorio calabrese,  riuscivano, seppur con difficoltà, a soddisfare le esigenze degli utenti. Ma anche altri settori come l'agricoltura, il turismo, il welfare, la politica dell'abitare, non avevano una gestione totalmente fallimentare. 

Ora é chiaro che il riscatto di questa terra non lo possiamo demandare ai politici e  neppure ai sindacati perché, forse, neppure loro ne hanno la forza. Chi può realmente riscattare questa terra sono solo i cittadini, che  possono e devono  organizzarsi per  lottare contro un sistema, che non riesce più  tutelare l'interesse comune. Ma non bisogna aspettare il momento delle elezioni per dire basta a tutto questo, bisogna farlo adesso.  

La soluzione quindi è quella di destarsi dal sonno civile in cui si é caduti, sollevarsi e rivendicare i diritti, pretendere che vengano garantiti, a partire da oggi stesso.

 Insomma credo che ci debba essere una presa di coscienza  e che i giovani, quelli che sono rimasti, prendano in mano il loro futuro per viverlo degnamente e dignitosamente in Calabria. Quindi l'unica via d'uscita è che padri, madri e figli, lottino insieme per rialzare a risollevare le sorti di questa terra soprattutto adesso in questa emergenza sanitaria dovuta al Covid 19, in cui è venuta fuori la fragilità  di un sistema che non riesce a dare risposte adeguate alla realtà che siamo " costretti " a vivere.

Aspetto con ansia la fine della quarantena e poi dell'emergenza coronavirus per vedere in che modo sarà la reazione dei calabresi adesso che sono resi conto della situazione disastrosa, e hanno sentito minacciata la loro tutela della salute pubblica e dell'incolumità fisica e in che modo si riorganizzano per la sollevazione affinché cacciare via la classe politica e ritirarla a una sentenza popolare.