Cosenza Marzo 2014.
Di Matteo Dalena
-Dignità per i morti, tutti. A Cosenza serve un cimitero per tutti i musulmani della città, un luogo dignitoso dove garantire ai defunti i tradizionali riti del cerimoniale islamico. E invece luoghi inadeguati e corpi congelati rendono estremamente complicata l’azione di chi è impegnato a celebrare i riti religiosi del trapasso che, da dottrina, dovrebbero avvenire con estrema rapidità. L’Imam Ahmed Berraou, l’unico della provincia di Cosenza a possedere autorità e competenza per quanto concerne il rituale funebre, denuncia a veri e propri salti mortali: “I corpi ci vengono dati completamente congelati perché molte volte la burocrazia li blocca giorni e giorni nelle celle frigorifere dell’obitorio, rendendo poi il nostro compito veramente impossibile, costringendoci in una piccola stanzetta a improbabili manovre per il lavaggio. Abbiamo già parlato col Sindaco di questa città della necessità di un luogo dove svolgere il rito islamico in modo dignitoso e che risponda alle esigenze della nostra cultura”.
Il rito musulmano richiede infatti una salma in buono stato, priva di versamenti di sangue. La rapidità è la regola: in 24 ore bisogna onorare il defunto, rispettarlo e portare a termine il rito islamico affinché venga interrato nel cimitero, come recita un detto maomettano. Chiusi dolcemente gli occhi e bloccata la mascella, familiari, parenti e/o persone della stessa comunità religiosa procedono al lavaggio che deve avvenire con acqua tiepida perché va trattato come se fosse un vivo. Si coprono le parti intime e il busto viene rialzato leggermente per favorire la fuoriuscita di liquidi e, dunque, impurità. Si procede poi al lavaggio per tre volte, dalla testa ai piedi e da destra a sinistra: solo nell’ultima si può usare il sapone e quelle zone della pelle dove si formano delle pieghe devono essere cosparse da profumi. Dopo essere asciugato il corpo del defunto viene avvolto in un numero dispari di lenzuoli grandi, solitamente tre, e poi chiuso con sette fettucce fissate in determinati punti. Adagiato su di un piano rialzato viene esposto ai fedeli riuniti in preghiera. La Moschea è il luogo più indicato perchè – spiega l’Imam – più gente prega, meglio è per il morto.Dopo le suppliche il defunto viene trasportato in un cimitero islamico e, a tal proposito, le prescrizioni sono ferree: né i musulmani possono essere sepolti nei cimiteri di non musulmani, né chi non è di fede musulmana può essere sepolto in un cimitero musulmano. Molti comuni italiani si sono infatti attrezzati di aree apposite all’interno dei cimiteri comunali in modo che questi non risultino mescolati ad altre persone di fede non musulmana. La sepoltura avviene rigorosamente sotto terra e su di un fianco perché la testa dev’essere orientata verso la città santa di La Mecca.
Qui a Cosenza quei pochi che pregano lo fanno direttamente nell’obitorio e, spiega Berraou “Noi ci sentiamo nel peccato per questi nostri fratelli, chiediamo semplicemente rapidità e poi più assistenza nel disbrigo delle pratiche nei casi di autopsia e per l’ottenimento di eventuali nulla osta”. La mancanza nel cimitero di Mussano di una “zona dedicata” ai defunti di fede islamica costringe la comunità guidata da Berraou a frequenti e onerose autotassazioni per il trasporto dei corpi nel cimitero musulmano di Reggio Calabria. Qui da oltre dieci anni, grazie alla lotta pionieristica di Giovanni, cittadino italiano convertitosi all’Islam che è riuscito ad ottenere un terreno e dei fondi per l’edificazione di un camposanto islamico, viene garantita a tutti la facoltà di morire secondo usi propri e all’insegna di quei riti millenari la cui piena garanzia è senza dubbio sinonimo di civiltà.