Cosenza, 29/09/2020
Il nostro presidente l'Imam, Ahmed Berraou ha inviato una lettera ai sindaci di Rende e Cosenza, l’Imam sottolinea la presenza di cittadini di fede mussulmana nell’area urbana per chiedere uno spazio cimiteriale per i defunti di fede islamica, “considerato il verificarsi di decessi di neonati, di persone che non hanno sostegno delle proprie famiglie per il rimpatrio della salma per carenze economiche o difficoltà nella individuazione della parentela (si pensi ai rifugiati e clandestini), ma anche del numero di musulmani italiani che non possono essere inviati in altri paesi per una degna sepoltura, in quanto il loro unico paese è l’Italia”.
“Considerato che – è scritto nella missiva trasmessa a Manna e Occhiuto – vi è ormai una terza generazione con background migratorio – è scritto nella lettera – ma a tutti gli effetti cittadini italiani nati in Italia e che non hanno alcun rapporto con il paese di provenienza, né un interesse concreto ad essere sepolti nei paesi di origini dei loro avi e considerata l’impossibilità del rimpatrio di defunti mussulmani originari di paesi dove sono in corso conflitti armati o per l’impossibilità derivata dalla pandemia Covid-19” si sottolinea che “il diritto alla sepoltura come un diritto fondamentale dell’uomo”.
“Il diritto di sepoltura – riporta la missiva – non si identifica in una pratica specifica, ma sta all’origine di tutte le pratiche. Esso infatti va al di là di qualsiasi divergenza politica o culturale e accomuna tutti gli uomini in quanto tali. Come costantemente affermato i diritti inviolabili dell’uomo non tollerano negoziazioni né discriminazioni fra la posizione del cittadino e quella dello straniero, indipendentemente dalla sua posizione di regolarità sul territorio di determinato Stato. Privare un individuo di un simile diritto, quindi, è da considerare a tutti gli effetti violazione di un diritto inviolabile, se non un crimine contro l’umanità. La sacralità della morte è complementare alla sacralità della vita, bene per una società che tenga alla sua sopravvivenza e al mantenimento di un tessuto culturale connettivo. Tuttavia si registrano tanti segnali di perdita della sacralità della morte sintomatici di un processo, sempre più vasto e intenso, di perdita della sacralità della vita”.
Secondo l’associazione DAAWA.ODV si tratta di un “doveroso riconoscimento della specificità religiosa garantita dalla Costituzione e tutelata dall’ Art. 3.8 pag. 81 (Trattamento delle salme e sepoltura): “i piani regolatori cimiteriali possono prevedere reparti speciali e separati per la sepoltura di cadaveri di persone professanti un culto diverso da quello cattolico”. Cita inoltre che “il Sindaco può concedere un’area adeguata nel cimitero a comunità straniere che facciano domanda di avere un proprio reparto per la sepoltura delle salme dei loro connazionali” (decreto del Presidente della Repubblica in data 10 settembre 1990, n. 285)
Per questi motivi l’Imam Ahmed Berraou, a nome della comunità islamica del distretto “Cosenza/Rende” e dintorni chiede di individuare un “adeguato spazio specifico per la sepoltura dei nostri defunti nel rispetto del rito funebre islamico e delle leggi italiane vigenti. Tale possibilità prevista dalla legge per le diverse confessioni religiose è stata attuata in alcuni Comuni d’Italia”.